Si è conclusa ieri la festa di PURIM, una tra le più importanti festività del mondo ebraico. Pur vissuta quest’anno, sia in Israele che nelle comunità italiane, in tono minore a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, la storia di Purìm (in ebraico significa “sorti”), mantiene sempre il suo fascino; per certi versi ricorda il nostro Carnevale: ci si traveste infatti, ci si maschera, si balla, si fa festa con tanta gioia, ed è sicuramente la manifestazione più amata dai bambini. Purim ricorda una storia antica, accaduta circa 2500 anni fa, raccontata nella Meghillàth Estèr, il Libro di Ester, libro che fa parte del canone biblico e che in questa occasione si legge pubblicamente. La storia è la seguente: Assuero, re di Persia e di Media, regnava su 127 province, era un sovrano molto potente ed aveva accanto a sé una moglie che però (essendosi rifiutata di partecipare ad un banchetto fatto preparare dal re e a cui erano stati invitati le persone più importanti del regno) venne ripudiata. Vennero quindi convocate le più belle ragazze del paese e fra queste fu scelta una ragazza ebrea, Estèr che andò così in sposa ad Assuero. Ester divenne la nuova regina e nella storia avrà un importante ruolo: difatti Hamàn, primo Ministro del re Assuero, chiese ed ottenne dal re che tutti gli ebrei del regno fossero uccisi, in un giorno che sarebbe stato tirato a sorte (pur). Fu così tirato a sorte il 13 di Adar. Quando Mordekhài, zio della regina lo seppe, si rivolse ad Ester perché intercedesse. Ester informò il re sulle malvagie macchinazioni e supplicò di salvare il suo popolo e lei stessa, in quanto ebrea. Per merito della regina gli ebrei, con l’aiuto del Signore, riuscirono a salvarsi.
Assistere alla lettura del Libro di Ester è uno dei precetti della festa. In questo giorno si fanno anche doni ai bisognosi, si inviano cibi a due persone diverse, si partecipa ad un banchetto festivo.
Fonte: sito UCEI Unione delle comunità ebraiche italiane)