Il 18 marzo 2015 il Museo del Bardo di Tunisi fu il teatro di un attacco terroristico nel quale persero la vita 24 persone tra cui 21 turisti. Una delle persone più coraggiose, che riuscì a condurre ni salvo 45 turisti italiani in visita al museo fu Hamadi ben Abdesslem, guida tunisina al Museo. Il gruppo accompagnato da Hamadi era arrivato al Bardo intorno alle 11.00. Dopo circa un’ora, ci fu la prima sparatoria. “Non ho pensato subito a un attentato – ha raccontato la guida – non mi sembrava possibile. Credevo invece che fosse un’esercitazione militare, perché vicino al Museo c’è una caserma. È stato uno dei turisti a dirmi “ti sbagli Hamadi, è proprio un attentato”, e poco dopo abbiamo visto una pallottola passare vicino a noi nella sala di Virgilio”. A quel punto Hamadi ha condotto i 45 turisti verso le scale che portano all’amministrazione. Da lì il gruppo è uscito all’esterno del Museo, ha attraversato il parco e raggiunto la questura del Bardo, dove ha trovato rifugio. Chi ha seguito Hamadi è riuscito a salvarsi. Due minuti dopo la fuga del gruppo italiano, tuttavia, i terroristi sono entrati nella sala di Virgilio e hanno ucciso nove persone. Dopo l’attentato, Hamadi è tornato al suo lavoro. Quando accompagna i (pochi) turisti nelle sale del Museo, rivede sempre le immagini di quel terribile 18 marzo. “La gente piangeva, c’era paura, ognuno cercava i propri compagni di viaggio ma purtroppo non tutti ce l’hanno fatta. Eravamo tutti increduli sull’accaduto, nessuno pensava che ci potesse essere un attentato” ricorda la guida tunisina, la cui speranza è di poter rivedere – o almeno risentire – il “suo” gruppo di turisti italiani, con cui ha condiviso un episodio tanto tragico quanto emozionante. Dopo la dedica di un albero nel Giardino dei Giusti di Tunisi, all’interno dell’Ambasciata italiana, Hamadi si è impegnato in prima persona nella diffusione del messaggio dei Giusti e nella battaglia culturale contro il fondamentalismo. Le sue parole sono oggi strumenti di dialogo tra le culture e le religioni, per educare contro l’odio e il disprezzo dell’altro. Hamadi ci ricorda che “Su questa terra noi siamo tutti fratelli e sorelle fin dalla creazione del mondo e tutte le religioni dovrebbero rendere la persona piena d’amore e non di odio. Dovrebbero aiutarla a comprendere l’altro e accettarlo, per ristabilire una pace dentro l’anima e quindi dentro la società.” (Fonte: Gariwo.net)
Articolo del quotidiano La Stampa 19.03.2015