Hopeless Wanderer – Mumford & Sons

Miriam Didoné, della classe 5BT, ci racconta come ha scoperto questa splendida canzone! Grazie Miriam per la tua testimonianza.

Il ricordo della prima volta che ascoltai ‘Hopeless Wanderer’ è ancora molto vivido nella mia mente. Risale all’estate 2013, in una mattina tra le tante che io e mio fratello facevamo passare ascoltando della musica. Il gruppo, i ‘Mumford & Sons’, già lo conoscevamo da tempo, e a mio fratello piaceva molto. A me non entusiasmava troppo inizialmente, però mi piaceva stare in compagnia di mio fratello, cosa che non succedeva spesso al tempo. Forse per via della differenza di età, i vari impegni o i nostri caratteri distinti. Così ascoltare la musica che piaceva a lui la vedevo come un’occasione per passare più tempo insieme. Quella mattina decidemmo di ascoltare il nuovo album: lo ascoltammo tutto d’un fiato. Lo stile era il solito e caratteristico della band, però questa volta si trattava di un folk più energetico e molto tirato, con la classica atmosfera country da cui emergono testi intensi.

Tra tutte le tracce ‘Hopeless wanderer’ mi colpì particolarmente.  Non sapevo molto bene l’inglese allora, quindi mi basavo principalmente sulle sensazioni che mi suscitava la canzone e la musica. E la melodia avvolgente, inizialmente decisa ma meno energica, che si intensifica insieme alle parole mano a mano che la canzone si evolve, trasmette una sorta di frenesia positiva, che rende quasi difficile non lasciarsi trasportare da essa. Altre volte invece, questa melodia va a colmare figuratamente dei vuoti, delle mancanze che ignoravo, trasmettendomi una sensazione di felicità malinconica; rendendola perfetta nei momenti gioiosi, così come nei momenti più bui, illuminandoli un po’. Ancora a distanza di anni, sia che la ascolto in solitudine, sia in buona compagnia, le sensazioni non cambiano e spesso mi ritrovo a pensare, un po’ nostalgicamente, a quella lontana mattina di agosto con il sorriso (Miriam Didoné).