Pubblichiamo volentieri il contributo di Amelia Puglielli e Sara Zamberlan, della 3DL, nel quale ci raccontano la loro esperienza di Tutor sperimentata quest’anno, con gli alunni delle classi prime.
Canova, I Care
Il tutor. L’ultima persona che ti saresti mai aspettato di trovare una volta entrato in quella che sarebbe stata la tua classe per i prossimi cinque anni. Si sa, il primo giorno è un continuo ripetersi nella propria testa di domande tipo “Questi vestiti saranno adatti per oggi?”, ”E se sbaglio aula e faccio subito una figuraccia?”, “Come posso fare amicizia con i miei compagni di classe?”, “Piacerò loro?”, … che si sommano all’incredibile voglia di scoprire a fondo la nuova scuola. E proprio per questo eccolo lì, pronto ad accoglierti, quel gruppetto di ragazzi e ragazze vestiti con una maglietta di un blu brillante, che proprio non può passare inosservata. “Tutor Canova”: ma cosa vorrà mai dire? E’ questo quello che mi sono chiesta il primo giorno di scuola. Al termine della prima mattinata nel mio nuovo liceo avevo già deciso che anch’io, una volta arrivata in terza, avrei svolto quell’incarico. I tutor che hanno seguito me quel giorno si sono dimostrati veramente preziosi: pazienti nel rispondere alle mie infinite domande, simpatici nel cercare di coinvolgere tutti, senza che nessuno si sentisse escluso, sicuri di sé tanto da tranquillizzare chi poteva sentirsi un po’ spaesato. Considero preziosa la presenza dei tutor, perché avere una figura di riferimento nelle classi più avanzate è di fondamentale importanza per chi inizia l’avventura della nuova scuola. A mio parere, i tutor sono basilari anche nel prevenire o contrastare i fenomeni di vari tipo di bullismo, perché l’instaurarsi di una certa confidenza tra pari fa sì che, nel momento in cui emergono, questi fenomeni possano essere stroncati subito. Sarebbe opportuno che i tutor fossero presenti in tutte le scuole. Quest’anno frequento la Terza, e come mi ero ripromessa, sono diventata Tutor di una Classe Prima. Personalmente ho vissuto con grande entusiasmo tutti gli aspetti di questa nuova esperienza, dalle fasi di preparazione, alle attività sul campo, alle riflessioni di verifica. In ciascuno di questi momenti mi sono potuta mettere alla prova sotto vari punti di vista, soprattutto superare la mia timidezza. In questo mi ha aiutato il fatto di essermi dovuta confrontare, in fase di preparazione delle attività, con persone che non conoscevo prima, ma con cui ora ho un bel rapporto. In conclusione, posso dire, con un pizzico d’orgoglio, che l’incontro con noi tutor è stato positivo per i ragazzi di Prima, perché ogni volta che mi incontrano, mi salutano e mi sorridono, e sono sicura che si rivolgeranno a me qualora dovessero avere dei problemi (anzi, a dire il vero, qualcuno lo ha già fatto). Questo ha fatto crescere la fiducia in me stessa, e mi fa stare bene il pensiero di poter essere qualcuno su cui contare anche per un minimo dubbio. Da molti si sente dire “perché fare il tutor? E’ inutile”. Evidentemente queste persone non sanno quanto sia gratificante vedere che la classe su cui hai investito molto del tuo tempo e delle tue forze stia iniziando a creare un forte legame, e sapere che questo avviene in parte anche grazie a te. Poi, se ci pensiamo, il primo giorno è uno di quei giorni che ti porterai sempre dentro, che ricorderai come la prima volta che hai conosciuto i tuoi compagni e futuri amici, la prima volta che sei entrato a far parte di una nuova grande scuola, la prima volta in cui ti sei reso conto che la scuola (insieme ad amicizie e amori) avrebbe determinato il resto della tua adolescenza, ed è meraviglioso poter pensare di far parte di un ricordo così speciale di qualcuno.
Amelia Puglielli e Sara Zamberlan, 3DL