Khaled Al Asaad, un martire laico per Palmira

Il 18 agosto di cinque anni fa veniva ucciso dall’Isis Khaled Al Asaad, per 40 anni direttore del sito archeologico di Palmira (soprannominata la “Sposa del Deserto” per la sua bellezza), città siriana dichiarata patrimonio dell’ Unesco nel 1980 .

Foto di Palmira prima del passaggio dell’Isis

Di padre armeno e di madre cristiana, Khaled è stato un martire laico, uno dei più importanti pionieri nel campo dell’archeologia del XX secolo. A inizio estate 2015 l’Isis era arrivata nella zona monumentale archeologica, iniziando a distruggere opere millenarie e insidiando la stessa area di Palmira. Questo un video di Euronews del giugno 2015.

Pochi giorni dopo Khaled venne rapito dall’ISIS e torturato, rifiutandosi di fornire informazioni su dove fossero custodite opere d’arte destinate ad essere distrutte oppure trafugate e vendute al mercato nero. Pur potendo scappare preferì rimanere nel luogo che per tanti anni custodiva, morendo barbaramente decapitato il 18 agosto 2015, con il suo corpo esposto al pubblico appeso ad un palo delle luce. Il cartello con i motivi della sua condanno recitava: “Sostenitore del governo Siriano, partecipava a congressi della blasfemia in Iran, membro del partito Bhaat“.
Oggi Palmira tornata libera, anche se fortemente segnata da questa barbaria di guerra e violenza.

Nella pagina degli amici di gariwo.net dedicata ai Giusti tra le nazioni, segnaliamo un bel video tratto da La7 dove la sua figura viene ricordata e fatta conoscere.

Video La7 su gariwo.net