21 marzo: è primavera anche se nessuno di noi se ne accorge. Siamo chiusi dentro per tutelare noi stessi e gli altri; mai avremmo immaginato una situazione simile. Nel silenzio in cui viviamo, mi vengono in mente alcune riflessioni. Prima di tutto un pensiero e una preghiera per chi ci ha lasciato, e per coloro che hanno perso un genitore, un parente, un amico, un collega di lavoro. Siamo soprattutto vicini a coloro che lavorano negli ospedali: siete i nostri eroi; siamo vicini a tutti coloro che, con grande senso del dovere, vanno al lavoro per consentirci di mangiare, bene, vivere. Grazie. Ma in mezzo a tutta questa tristezza, mi viene in mente un pensiero: questa è la prima VERA guerra mondiale. Infatti, per la prima volta, tutto il mondo è in guerra: ma non una delle guerre che abbiamo combattuto finora, ma una guerra nuova, in cui siamo tutti dalla stessa parte: bianchi, gialli, neri, rossi e marroni uniti contro un unico nemico. Quando sarà finito tutto questo, i sopravvissuti dovranno chiedersi: ma davvero per migliaia di anni abbiamo pensato di essere diversi? Davvero abbiamo pensato che una razza fosse superiore a un’altra? Abbiamo cercato di ucciderci a vicenda invece di combattere insieme? Soprattutto, dovranno guardarsi indietro e scoprire come, in questo momento terribile, che nessuno si è mai augurato, abbiamo scoperto che siamo tutti uguali e, per chi crede, fratelli in Cristo e figli di Dio. Allora, guardandosi negli occhi, il palestinese e l’israeliano si abbracceranno senza timore di contagiarsi a vicenda, il russo e il ceceno ceneranno insieme, l’indiano e il pakistano tesseranno insieme una coperta di cashmere. Perché, in tutto il male che ha generato, una cosa buona l’ha fatta questo virus: ci ha spiegato, definitivamente e in maniera purtroppo cruenta, che siamo tutti uguali, tutti fratelli. Da sempre e per sempre.
Domenico Costantino