La storia siamo noi – testimonianza del prof. Bisinella

Ho pensato davvero molto se fosse giunto il momento di fare questo passo. D’altronde, ci trovavamo in Polonia per un’esperienza di PCTO, progetto “MOVE IN ALTERNANZA” e mi sembrava doveroso far toccare con mano una delle pagine più atroci della nostra storia. Troppo forte era il senso di idoneità e troppo sottile era il rischio di banalizzare un evento così importante della nostra recente storia. Ho deciso, in vista degli studi dei ragazzi, di fare un enorme passo e di portarli in visita ai campo di sterminio di Auschwitz.
Arbeit macht frei” leggiamo sul cancello del Portone d’ingresso al campo, una scritta gelida e beffarda, destinata ad ingannare un’intera umanità. I ragazzi sono preparati moralmente a rivivere una della pagine più tragiche e vergognose della nostra storia. La guida parla inglese, alcuni capiscono ma altri, guardandosi intorno, percepiscono e rivivono quelle persone che via via entrano da quell’ingresso calpestati nei proprio diritti e distrutti da un vento intriso di odio. Ci portano nei cosiddetti blocchi, dove un tempo erano luoghi di atrocità. Montagne di scarpette, occhiali e persino i capelli. Sono oggetti personali che riproducono la macchina della guerra. I viali alberati, le costruzioni in mattoni rossi non rendono purtroppo l’idea di quello che poteva essere veramente Auschwitz, ma quello che successe dentro li è cosa ben nota. Un aspetto paradossale, una medaglia a doppia faccia che, al cospetto di questa presunta maschera di normalità, vi è un rovescio. La guida, dopo il giro per i vari luoghi del campo ci fa vedere le camere a gas. Tutto è costruito nei minimi dettagli, tutto per rendere efficace lo sterminio di massa. Le camere a gas, silenziose, stanno urlando all’umanità l’atroce giustizia di tutte quelle persone uccise con i gas. Non si scattano foto, qualcuno lascia un fiore, altri una lacrima, noi un pensiero per il nostro futuro. Al termine della visita, si esce dal campo un po’ sgomenti, con un solo pensiero che ci balza per la testa. Non un tempo preistorico ma qualche anno fa. Qualche ragazzo mi ringrazia per aver potuto vedere e poter dire “io ci sono stato”. Io mi auguro di aver contribuito a rendere consapevoli i ragazzi, che la storia siamo noi!

Prof. Mattia Bisinella