Un passatempo veloce e simpatico, ma decisamente interessante!

Il collega Alessandro Zaffini (che ringraziamo) ci offre un ottimo spunto per poter utilizzare bene il nostro tempo, proponendoci di realizzare un componimento poetico giapponese, che unisce scrittura sensazioni e divertimento. Da provare.

In questo periodo, sospesa la routine frenetica che finora aveva dato un alibi alla nostra incapacità di guardarci dentro, è vitale che ciascuno di noi disponga di buone pratiche ed abitudini per vivere serenamente la reclusione, docente o studente che sia. Come insegnante di Italiano non posso che consigliare la scrittura come mezzo di introspezione e, perché no, divertimento. Un passatempo veloce, relativamente facile da attuare e particolarmente adatto allo scopo è quello dello haiku, composizione giapponese formata da tre versi di rispettivamente 5, 7 e 5 sillabe. A questo link, se volete, troverete una spiegazione più approfondita:  https://www.sololibri.net/Haiku-cosa-sono-regole-piu-belli.html

I miei consigli per scrivere haiku sono solo questi due:

·         Anche se i temi tradizionali sono legati alla natura, alle stagioni e alla riflessione sulla condizione umana, sentitevi liberi di scrivere di qualsiasi cosa. Ancora meglio se riguarda ciò che avete provato in questi giorni, fosse anche la noia.

·         Nello scrivere, ve lo dico per esperienza, c’è il rischio di porsi in un atteggiamento troppo riflessivo, di voler dire tante cose e di bloccarsi, soprattutto se stiamo parlando dei nostri sentimenti. Più siete semplici meno la metrica farà resistenza. Se scrivo della mia tristezza per la lontananza di un amico o per una bella giornata “sprecata” in casa devo viverla in prima persona, senza giri di parole, vederla sinceramente – i versi scivoleranno sul foglio con più facilità.

Vi allego tutti gli haiku che sono riuscito a scrivere questa mattina. Chi volesse può inviarne altri in risposta, anche in forma anonima ovviamente… e magari trasformare questo periodo difficile in un bellissimo scambio di versi. Buona quarantena! prof. Alessandro Zaffini

Sopra il terrazzo

godiamo del sole

– ma non i defunti.

Il mio dolore

è una reggia – fuori

canto d’uccelli.

Meditazione:

nel cuore del silenzio

ronzano antenne.

I colombacci

sul tetto di fronte – oh

deità sublime!

Si rivelano

sinfonie di cortili

al cuore grato.

Il telefono

squilla – sull’abbaino

batte la pioggia.

Lacrima – anche

ora, collina scura,

sei nel mio sangue.

Canto al tramonto.

“L’anima mia s’oscura

soffre d’amore”.

Ascolta il merlo

stupito: esseri umani

cantano per lui!

Archi sonori

della notte – chi laggiù

non dorme ancora?

Essere altrove,

lo vorrei? È un enigma

l’aria di Marzo.