Prosegue la collaborazione del nostro blog con la dott.ssa Chiara Fogolari, che anche oggi ci offre spunti davvero interessanti sulla buona e sana alimentazione.
La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato agli stili alimentari tradizionali dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Scienziati di tutto il mondo hanno iniziato a studiarla fin dagli anni ’50 del secolo scorso e ancora oggi rimane tra le diete che, associate a stili di vita corretti, risultano influire positivamente sulla nostra salute. Il primo studio osservazionale sulla dieta mediterranea, diventato famoso come “studio dei sette Paesi”, fu condotto dal Biologo e fisiologo statunitense Ancel Keys in cui vennero messe a confronto le diete adottate da Stati Uniti, Italia, Finlandia, Grecia, Yugoslavia, Paesi Bassi e Giappone per verificarne benefici e punti critici in termini di salute cardiovascolare. I risultati di tale studio non lasciavano molti dubbi: più ci si scostava dagli schemi mediterranei, maggiore era l’incidenza di malattie cardiovascolari. Lo stile alimentare individuato da tale studio, e da molte altre ricerche che l’hanno seguito, si basa su un maggiore consumo di alimenti di origine vegetale come cereali e derivati (ad esempio pasta, orzo, farro e altri cereali, soprattutto integrali, e pane integrale), legumi, frutta, verdura e olio extravergine di oliva. Si basa su un consumo moderato di prodotti di origine animale come la carne, latticini e pesce. Tuttavia, nel corso degli anni, supportate da pubblicità ingannevoli e da messaggi forvianti, si sono sviluppate delle linee di pensiero che hanno cercato di demonizzare i carboidrati/zuccheri perché causa di aumenti ponderali. A tal proposito, bisogna fare una riflessione. I carboidrati, o glucidi, sono dei composti costituiti da carbonio ed acqua ed in base alla loro struttura sono classificati in carboidrati semplici e complessi. I carboidrati semplici sono chiamati comunemente “zuccheri” e comprendono i monosaccaridi, i disaccaridi e gli oligosaccaridi. In parole povere, gli zuccheri possono essere composti da un singolo mattoncino (mono-saccaridi quale il GLUCOSIO), da due mattoncini (di-saccaridi quale il SACCAROSIO O LATTOSIO) o da più mattoncini di singole molecole (oligo-saccaridi quali le MALTODESTRINE). I carboidrati complessi o polisaccaridi, si formano dall’unione di più monosaccaridi, e sono ad esempio l’AMIDO, LE FIBRE ed il GLICOGENO. Dopo questa breve disgressione “chimica” quello che si evince è il fatto che più la catena è lunga e più il corpo impiega tempo per la sua digestione e per il suo utilizzo. Ne deriva che tutti i prodotti confezionati (brioche, crackers, grissini, biscotti, dolci vari etc..) hanno al loro interno dei carboidrati con catene medie-corte e quindi facilmente assorbibili dall’organismo. Quest’ultimi, si dice, danno un picco glicemico (ossia un innalzamento della glicemia) talmente rapido che, in un soggetto normale-sedentario, causa un accumulo di grasso. Differente, invece, è il discorso per i cereali integrali (pasta integrale, orzo, farro, avena, riso integrale…) che evitano l’impennata dello zucchero nel sangue (glicemia) nel breve periodo a favore di una curva glicemica più bassa e persistente per un periodo più lungo (3-4 ore). Questo ci fa capire che gli zuccheri non sono tutti uguali e che i cereali integrali sono dei buoni alleati della salute!