“We apologize”, gridano da dietro il filo spinato. E un uomo alza una bambina che tiene in mano un cartello con su scritto “Sorry”. Chiedono scusa i migranti bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia: sono in gran parte Afghani in fuga dal regime dei Talebani, ma pure curdi, siriani e iracheni. Popoli che scontano le ferite di conflitti e stragi che hanno visto un ruolo attivo anche di un occidente che rifiuta di dare loro aiuto. E così restano tra boschi e frontiere, a patire il freddo e la fame: c’è chi è stato malmenato e ridotto in fin di vita; ci sono donne che hanno partorito da sole, nel gelo, vedendo i loro figli appena nati subito morire perché nessuno ha prestato loro soccorso. Questa è una guerra contro l’umanità, combattuta a colpi di ignavia ed egoismo. Se la parola Europa ancora contiene un senso di dignità e di civiltà, è ora che chi guida le nostre istituzioni si metta una mano sulla coscienza, se gli è rimasta, e faccia qualcosa per aiutarli. E poi magari chiedere scusa a loro.
Post originale del giornalista Pierluigi Vito, che sarà presente al Canova venerdì 17 dicembre, in occasione dell’iniziativa “Incontro con l’autore” promossa dalla nostra Biblioteca scolastica.