Tanti auguri, “maturandi” …

Cari ragazzi, care ragazze. Stanotte non è la solita notte. E’ la notte … dopo cinque (sei?) anni di scuola, per tanti di voi è giunto il momento di un ultimo esame, che vi dichiarerà formalmente maturi. Con voi ho condiviso tanto, abbiamo scherzato molto, questionato, visto video, film, testimonianze, parlato, riflettuto, condiviso. Nonostante l’esiguità dei nostri 55 minuti settimanali, la fragilità apparente della disciplina che insegno, vi ho sempre sentiti “presenti”, davvero. Siete entrati nella mia storia, e seppur per un frammento sottile costituite un filo prezioso della mia memoria. Vi ringrazio per tutte le volte che avete incrociato i miei occhi, per quegli sguardi di libertà e di vita che, unici, vi appartengono, anche con la loro ingenuità e candore che li rende ancora più scintillanti di vita. Vi dedico questa canzone che ha accompagnato anche la mia, di maturità, tanti anni fa. Non so se ero “maturo”, al tempo della “mia maturità”: sicuramente ero affascinato dalla parola Amore, che pur in modo timido a causa della DAD abbiamo provato ad esplorare alla fine del nostro percorso scolastico. “Ama e fa quello che vuoi”, dice S.Agostino: vi auguro di amare, davvero, tanto. E soprattutto di scoprirvi amati: forse l’esperienza più rivoluzionaria e irrazionale della vita umana. Buon cammino. Il “vostro” prof. di religione, Dino Caliaro